Aste gas naturale e il gasdotto Nord Stream 2
A discapito dell’annuncio russo nel quale Il presidente Putin prometteva all’Europa “tutto il gas di cui necessitava”, nelle aste per il primo trimestre del 2022, Gazprom PJSC non ha prenotato extra capacità sui gasdotti Sudzha e Sokhranovska in Ucraina.
Anche per le aste di capacità del secondo e terzo trimestre del 2022 non è stata opzionata alcuna capacità né via Polonia nè Ucraina. Gazprom ha comunque annunciato che si riserva la possibilità di opzionare ulteriore capacità nelle prossime aste mensili e giornaliere.
Cresce la pressione sull’Europa affinchè si avvalli il passaggio di flussi via tubo da Nord Stream 2. Il nuovo gasdotto russo deve rispettare le direttive sull’unbundling, ovvero la separazione tra produttori di gas e le aziende di trasporto. L’obiettivo è quello di favorire una concorrenza leale sul mercato. Il 25 agosto il tribunale tedesco aveva già stabilito che Nord Stream 2 non era esente da tali direttive.
Nord Stream 2 è stato ultimato a inizio settembre ed è attualmente il gasdotto più lungo del mondo (1.230 chilometri) che collega direttamente la Germania con la Russia. A breve potrebbe affiancare Nord Stream 1 (1.224 chilometri) che segue lo stesso percorso ed era stato inaugurato nel 2012.
La costruzione del gasdotto Nord Stream 2, sostenuta da Mosca e Berlino sono stati a lungo osteggiati dagli Stati Uniti e dai paesi ex sovietici. Il primo teme una diminuzione del gas del petrolio di scisto, i secondi risvolti di tipo geopolitico.
Prima della costruzione di Nord Stream 1 e 2 i gasdotti che collegavano la Russia all’Europa centrale passavano via terra, attraverso l’Ucraina, la Bielorussia e la Polonia. I nuovi gasdotti via mare invece escludono e indeboliscono la posizione strategica di questi Paesi, riducendo anche parte delle loro entrate economiche, basate sui dazi di passaggio del gas. Il tema è molto delicato per l’Ucraina, che da anni è in conflitto con la Russia ma anche per L’Europa. Infatti se da una parte il nuovo gasdotto permetterebbe di allentare la tensione sui prezzi e la crisi energetica, dall’altro fornirebbe lo strumento politico ideale per aumentare l’influenza del Cremlino in Europa.
Anche senza l’ostruzionismo americano e dell’Europa orientale, sono necessarie alcune tempistiche politiche di consultazione. L’agenzia di rete tedesca avrà tempo fino all’8 gennaio per esprimersi in modo preliminare sul go live del nuovo gasdotto, successivamente la Commissione europea avrà 2 mesi a disposizione per verificare la conformità del progetto rispetto alla normativa energetica europea. Di fatto quindi Nord Stream 2 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 non essere operativo in tempi brevi.