Il Piano italiano per l’energia e il clima al 2030
Sentiamo spesso parlare di piano nazionale integrato per l’energia e per il clima, ma di cosa si tratta?
Il PNIEC è una road map sulla quale sono dettagliati gli obiettivi al 2030 di ogni Paese europeo e le misure che saranno attuate per raggiungere questi target. Il piano si struttura su 5 linee d’intervento, che si svilupperanno in maniera integrata: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, sviluppo del mercato interno dell’energia, ricerca innovazione e competitività. L’obiettivo del PNIEC è di conciliare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo industriale. Per questo tutti i 28 stati europei hanno presentato il proprio piano a Bruxelles che punta entro il 2030 a: ridurre le emissioni di gas serra del 50 o 55% rispetto ai livelli del 1990, aumentare la quota di energie rinnovabili al 32% del consumo finale di energia e migliorare l’efficienza energetica del 32,5%.
Tutti i PNEC seguono la stessa struttura ma presentano strategie diverse tra loro. La Germania per esempio punterà a ridurre le emissioni di CO2 almeno del 55% rispetto al 1990, aumentando le rinnovabili al 30% dei consumi finali e riducendo il consumo di energia primaria del 30% con misure di efficienza. La Francia invece ridurrà la quota di energia nucleare al 50% entro il 2035, aumentando del 33% l’energia rinnovabile.
L’Italia si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra del 33% per tutti i settori che non rientrano nell’ETS, ovvero i trasporti (esclusa l’aviazione), il residenziale, il settore terziario, l’industria non energivora, l’agricoltura e i rifiuti. Aumenterà la quota delle rinnovabili nei consumi finali al 30%. In particolare il 55% delle FER alimenterà i consumi elettrici, il 33,9% i settori riscaldamento/raffrescamento, il 22% i consumi nei trasporti. In quest’ultimo punto il documento prevede una diffusione complessiva di quasi 6 milioni di veicoli elettrici al 2030 di cui circa 4 milioni di veicoli elettrici puri. Infine con il PNIEC l’Italia punterà a ridurre i consumi al 2030 del 43% dell’energia primaria e del 39,7% dell’energia finale.
Il documento approfondisce i temi dell’autoconsumo e delle comunità energetiche perché sarà sempre più necessario favorire l’autoconsumo collettivo soprattutto se si utilizzeranno le reti pubbliche esistenti. Il meccanismo dello scambio sul posto sarà implementato da un premio riconosciuto agli impianti sulla base della quota di energia autoconsumata.
Ma quanto costa il PNIEC europeo?
Per raggiungere questi target sono richiesti grandi investimenti su tutta la filiera produttiva, in particolare riguardo la generazione di power, riscaldamento e trasporto. In media, il costo previsto nel 2030 per tagliare una tonnellata di CO2 è 522 €/anno. I paesi con i costi più elevati sono Portogallo, con 1.645 €/T, Italia con 1.312 €/T e Bulgaria 1.174 €/T, contro l’Estonia con 47 €/T, Lituania con 67 €/t o Danimarca con 82 €/T
Secondo il modello di Eurac Research, gli interventi del PNIEC faranno incrementare il costo complessivo italiano del sistema energetico circa del 5,4%.
Tutti gli stati europei sembrano aver capito l’importanza della questione climatica eppure non sarà semplice incastrare tutti i 28 pezzi del puzzle. Le specificità energetiche, territoriali e sociali di ogni Stato rendono estremamente sfidante questo obiettivo nei tempi stabiliti da Bruxelles.