Il raggiungimento dello switching price
Per switching price si intende la differenza tra i costi variabili di produzione a carbone e quelli di produzione a gas. In base a questo valore si decide quale materia prima impiegare per il funzionamento dei cicli combinati degli impianti industriali. La ragione per cui la CO2 è una variabile cruciale quando parliamo di questo tema risiede nel fatto che, a parità di MWh prodotti, gli impianti a gas sostengono un costo variabile minore rispetto agli impianti termoelettrici a carbone, perché tale costo è associato all’acquisto dei permessi di emissione di CO2, più bassi per il gas.
Il meccanismo delle quote EUA nasceva per questa ragione: la Commissione Europea voleva incentivare gli impianti alimentati da una fonte meno inquinante e penalizzare quelli ad alte emissioni CO2.
Perché è stato raggiunto lo switching price?
Le ragioni per cui non si riusciva ad incentivare la produzione elettrica a gas naturale era da una parte il basso valore delle quote EUA che fino allo scorso anno si aggirava tra i 3-5 €/T, e dall’altra i costi elevati del gas che soprattutto negli ultimi due anni hanno raggiunto e mantenuto livelli alti rispetto allo storico.
In questo momento storico molti Paesi europei sono attivamente impegnati nella pianificazione di un phase-out dal carbone visti anche i vertiginosi costi della C02, a seguito dei nuovi strumenti introdotti dalla Commissione EU. Al mega bullish trend della curva CO2 iniziato a fine 2017, si aggiungono i minori costi delle quotazioni gas, dovuti ad calo di domanda a fronte delle temperature attuali.
Ecco la ragione per cui nell’ultimo mese abbiamo più volte raggiunto lo switching price