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Giovedì, 10 Giugno 2021

Mercato gas: analisi e possibili scenari

Maggio 2021 chiude con prezzi molto alti rispetto alla media di periodo e una domanda gas superiore del 16% rispetto a maggio 2020 (4.267 vs 3.693 milioni Smc). I dati dello scorso anno sono viziati dall’effetto pandemia ma considerando la media degli ultimi 5 anni (2015-2019) il consumo gas è stato comunque superiore dell’1%. Anche l’attuale lllo cumulato di domanda gas risulta più alto del 5% rispetto alla media dei consumi degli ultimi 5 anni.

Nell’ultimo mese i settori trainanti sono stati sia il residenziale a causa delle temperature, che il comparto industriale, entrambi in aumento del 4% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. In controtendenza il termoelettrico inferiore del 3% rispetto alla media quinquennale.

Durante il mese appena trascorso è stato registrato un aumento del 16% delle importazioni totali rispetto a maggio ‘20, legate alla domanda da riscaldamento e alla ripartenza economica.

La giacenza totale cumulata degli stoccaggi alla fine del mese si attesta sui 9 miliardi di Smc, in linea con la media storica 2015-2019. A maggio sono stati immessi negli stoccaggi italiani circa 2.600 milioni di Smc di gas, ovvero il 9% in più rispetto all’iniezione di maggio 2020. Questo perché lo scorso anno gli stoccaggi non si mai svuotati e si partiva già da una percentuale di giacenza alta (stoccaggi al 40% circa ad aprile) e conseguente capacità di iniezione ridotta.

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Se lo scorso anno l’elemento di scarsità era lo storage, quest’anno è il gas.

La sfida sarà proprio riempire gli stoccaggi prima dell’inverno o riempirli il più possibile. La fase di iniezione procede con lentezza a causa dei prezzi altissimi e degli spread irrisori. Lo spread summer-winter gira attualmente sui 0,3 €/MWh non incentivando quindi la campagna d’iniezione.

L’Italia ha il miglior livello di stoccaggio gas rispetto agli altri stati Eu, sia per la differenza di temperature rispetto al nord Europa, sia per il diverso quadro regolatorio. In Italia infatti il gas è ritenuto un asset strategico, la campagna di iniezione è regolamentata e gli operatori che decidono di non iniettare gas, possono incorrere in penali per il mancato rispetto dei profili di riempimento!

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Quindi in Italia ogni anno gli stoccaggi vengono riempiti tra il 90 e il 100% di milioni di standard metri cubi conferiti. Tuttavia l’ultima asta di maggio di Snam si è chiusa con circa 110 milioni Smc non conferiti e quindi non più conferibili.

La domanda estiva è spostata sull’elettrico ma in caso di forte caldo e non sufficiente contributo del comparto rinnovabile i termoelettrici potrebbero essere chiamati in causa, con relativo impatto sulla fase d’iniezione e probabili nuovi spike dei prezzi.

La scarsa iniezione nel Q3 avrà il maggiore impatto sui prezzi del winter soprattutto in presenza di un autunno con temperature sotto media e un inverno lungo.  

Anche se l’Italia ha migliorato la sua capacità di approvvigionamento grazie al TAP (Trans-Adriatic Pipeline) e ai maggiori volumi dal nord Africa (contratti di lungo termine legati correlati al prezzo oil) risente della mancanza di GNL dirottato principalmente verso l’Asia. Nonostante i maggiori costi di rotta, la zona Est Asia ha i costi più alti nell’hub di riferimento e traina verso l’alto tutti gli altri hub.

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Le importazioni di Gnl a quota 989 milioni di Smc, sono diminuite del 13% rispetto a maggio 2020.

Quali sono quindi gli scenari possibili di fine Q3?

Con il passare dei mesi si sentirà maggiormente l’effetto periodo sul mercato, il prezzo del winter potrebbe risalire più facilmente, con conseguente aumento dello spread e riempimento del gap di iniezione.

In caso di non adeguata copertura, Snam potrebbe direttamente intervenire nel riempimento per rispondere ad esigenze sistemiche e bilanciare il sistema nazionale.

Per il forte rischio che il Winter cominci a prezzarsi ulteriormente per effetto del ritardo della campagna di iniezione potrebbe essere utile coprire in parte qualche posizione.

 

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